Politiche & Etichetta

Lo Shin bu dojo è un’associazione di cultura tradizionale giapponese riservata ai soci, gestita da un Consiglio .

    L’associazione Shin-Bu è affiliata all‘Akikai d’Italia: Associazione di Cultura Giapponese

    Comportamenti da adottare nel dojo

    All’interno dello Shin-bu dojo si osservano le regole di etichetta raccomandate dal Maestro Hiroshi Tada, guida dell’Aikikai Italia fin dal 1964, unendo i principi dell’etichetta alle norme tradizionali della cultura giapponese.

    Regole da osservare:

    • Conformarsi alle norma della buona educazione, osservare le regole e seguire fedelmente gli insegnamenti dei maestri.
    • Quando si entra nel dōjō, togliersi nell’ingresso cappello, guanti, soprabito, ecc., e, dopo aver eseguito il saluto in direzione del lato principale (shōmen), salutare il maestro e andare a cambiarsi nello spogliatoio.
    • Nel caso si arrivi in ritardo e l’allenamento sia già iniziato, si dovrà attendere ai bordi del tatami finché non siano conclusi gli esercizi di respirazione e torifune. Sarà il Maestro che sta svolgendo la lezione a dare il permesso al praticante ritardatario di unirsi alla lezione.
    • All’interno del dōjō osservare l’armonia reciproca e impegnarsi nella pratica con gioia e serenità.
    • Praticare con serietà e spontaneità, sforzandosi di evitare infortuni.
    • Dedicare sufficiente tempo alla pratica da soli.
    • Non criticare mai le tecniche eseguite da altri praticanti.
    • Nella pratica con le armi (jō e bokken) attenersi correttamente alle regole stabilite.
    • L’abbigliamento usato durante la pratica (keikogi e hakama) deve essere sempre pulito.
    • Prima di iniziare la pratica è opportuno togliersi gioielli, orologi, ecc., legarsi i capelli, se portati lunghi, e assicurarsi che le unghie siano corte, al fine di prevenire incidenti.
    • Al termine di ogni allenamento fare sempre le pulizie del dōjō così da permettere che la pratica si svolga in un ambiente pulito.
    • E’ proibito fumare all’interno del dōjō e non sono ammesse persone in stato di ubriachezza.
    • Nel dōjō astenersi dal fare discorsi di natura privata che esulano dal contesto della pratica e possono intrarciarla.
    • I visitatori sono invitati ad osservare l’ordine stabilito all’interno del dōjō e, dopo aver ottenuto il permesso, possono assistere agli allenamenti sedendo in seiza nel posto che viene loro indicato.
    • Quando ci si reca a praticare in altri dōjō, osservare con attenzione le regole in essi stabilite e non toccare assolutamente gli oggetti (armi, ecc.) presenti nel dōjō in cui si viene ospitati.
    • NORME GENERALI DI ETICHETTA, REGOLE DA OSSERVARE SUL TATAMI
    • Cercare di uniformare il modo di esprimersi e di comportarsi nella vita quotidiana alla pratica dell’aikidō.
    • Evitare di passare davanti alle persone.
    • Quando si apre o si chiude una porta, accertarsi che non vi siano persone nelle immediate vicinanze.
    • Nel porgere o ricevere un oggetto utilizzare entrambe le mani.
    • Se ci si rivolge ad una persona seduta sul tatami, sedersi in seiza prima di salutare, parlare o porgere qualcosa.
    • Non soffermarsi in piedi dietro ad una persona che sta seduta sul tatami (tale norma di buona educazione deriva dal fatto che in Giappone tale posizione veniva tradizionalmente assunta da coloro che recidevano il collo a chi commetteva seppuku).

    Etichetta

    • Il dojo è come una piccola collettività, con regole che devono essere rispettate. Quando i praticanti indossano il keikogi diventano tutti uguali; la loro condizione sociale viene lasciata fuori. Già il cambiarsi d’abito è un atto che invita ad un silenzioso raccoglimento e alla ricerca della presenza di se stessi.
    • L’osservanza di questi precetti tradizionali è importante per favorire la coordinazione mente-corpo, punto di partenza e di arrivo dell’aikido. Per cui entrando nel dojo ci si deve lasciare alle spalle tutti i problemi della quotidianità, concentrarsi sull’allenamento per purificarsi nella mente e superare i propri limiti e le proprie sconfitte. L’approccio con l’avversario non deve essere dettato da ostilità, ma piuttosto da un senso di rispetto e di gratitudine.
    • L’utilizzo di sequenze prefissate, fin dal momento di ingresso nel dojo, la loro costante ripetizione, porta ad una forma di distacco da se stesso, dai propri problemi, e alla creazione di una disponibilità interiore alla pratica.
    • Lo stato mentale di attenzione che si esercita nel dojo deve trovare poi un riscontro nella quotidianità della vita.